E’ possibile migliorare l’autostima?

E’ possibile migliorare l’autostima?

La vera domanda non è quindi come aumentare l’autostima, ma come migliorarla rendendola più realistica, autentica e stabile.

L’alta autostima non è in sé un segno di buon adattamento o di benessere: per essere buona dev’essere anche realistica, autentica e stabile.

Una buona autostima è importante perché favorisce due qualità che sono essenziali all’individuo per raggiungere i propri scopi e all’umanità per progredire: l’intraprendenza e la tenacia.

  1. Se le autovalutazioni positive si scostano troppo dalla realtà, allora l’intraprendenza diventa temerarietà, e induce a rischiare troppo .
  2. La tenacia diventa testardaggine ottusa, che induce a persistere in imprese palesemente fallimentari.
  3. Se l’autostima non è autentica, se noi per prima non ci crediamo davvero, è in realtà una bassa autostima che mascheriamo con meccanismi difensivi. Si vive come sotto una costante minaccia di smentita e si cerca di ignorarla fingendosi baldanzosi e sicuri, cosa che mette a dura prova l’equilibrio .
  4. Un’ autostima  molto  mutevole è comunque un segno di eccessiva vulnerabilità alle circostanze. Si generalizzano le valutazioni buone o cattive del momento, con forti oscillazioni d’umore. Si cercano continue conferme e riconoscimenti, in un bisogno insaziabile di dimostrare il  proprio valore a se stessi e agli altri. E’ una vita faticosissima che suscita  arroganza e  ostilità, perché si tende a imporre la propria superiorità.  Il timore di non ricevere  quell’apprezzamento che si ritiene dovuto e che di rado si  trovo adeguato,  porta ad aumenta l’ostilità.
  5. Etimologicamente l’autostima è una misura (stima) che noi facciamo di qualcosa che ci riguarda e che possiamo migliorare. Possiamo considerare quattro aspetti fondamentali: l’aspetto fisico, le conoscenze e le competenze, i valori e le idee.  Il più difficile è l’amore e il valore di sé a prescindere da tutto il resto, sentirsi degni di stare a questo mondo.

Un’altra distinzione importante, anche al fine di migliorarla, va fatta tra  l’autostima globale e quelle specifiche,  che riguardano particolari ambiti dell’espressione e della valutazione di sé: fisico, intellettuale, morale, sociale e cognitivo.

  • Quella globale non è una mera somma delle autostime specifiche, ma una sensazione profonda di contare, di avere valore. E’ un nucleo fondamentale  legato alle esperienze originarie, al rapporto con le figure significative del bambino, che tende a tradurre la considerazione e l’affetto ricevuti in “ io valgo.. oppure no”.
  • Chi ha questa sicurezza di fondo può anche permettersi di riconoscere fragilità e insuccessi. Non ha bisogno di strategie di difesa, di addossare le colpe agli altri, perché , pur consapevole dei suoi limiti, si vuole bene lo stesso. Si da fiducia e non vede nell’insuccesso una prova del suo scarso valore. Quindi è più comprensivo e tollerante e più disposto ad apprendere, perché nei fallimenti non vede prove di inadeguatezza ma occasioni di crescita.

QUALI SONO LE STRATEGIE MIGLIORI PER MIGLIORARE L’AUTOSTIMA?

Le strategie migliori, non sono quelle che agiscono sulle capacità. Quello che contano di più sono:

  • le convinzioni sulle proprie capacità,
  • l’atteggiamento rispetto alle prove della vita,
  • il modo in cui si reagisce ai successi e ai fallimenti.
  • La bassa autostima produce un circolo vizioso: ci si preoccupa delle proprie presunte inadeguatezze e si agisce  con ansia, ci si concentra su se stessi e sulle proprie mancanze e non si mette a fuoco il compito da svolgere. Ottenendo una prestazione peggiore anche se si possiede buone capacità.
  • Inoltre si mette scarso impegno perché si tende a scoraggiarsi al primo segno di possibile insuccesso. Ansia e scarso impegno favoriscono il fallimento, rafforzando la bassa autostima.
  • Migliorare le capacità può comunque essere utile, in particolare se aiuta a sentirsi più sicuri di sé e a cambiare atteggiamenti, o se si lavora su una capacità che è un pilastro dell’autostima per quella persona.
  • Da questi studi emerge l’efficacia della psicoterapia cognitiva, infatti l’intervento è finalizzato a far emergere le assunzioni latenti o semiconsapevoli sulle proprie inadeguatezze e a rimetterle in discussione. Esaminando le esperienze fatte cercando di valutarne le conseguenze con più oggettività.
  • Con l’obiettivo di ridimensionare le assunzioni si ottengono nuove conferme e si costruisce un’autostima più realistica e autentica. Gli interventi sono mirati al problema specifico della persona.
  • Oltre a correggere l’autostima negli adulti, sarebbe importante assicurarne un buono sviluppo negli anni in cui si forma  nei bambini e negli adolescenti.

Negli Stati Uniti per esempio si sono fatti molti interventi scolastici per aumentare le abilità in materie problematiche come la matematica, o le capacità sociali. Ma non sempre con successo, perché il problema stava spesso nel nucleo fondamentale dell’autostima globale.

  •  Le funzioni educative del genitore includono la capacità di essere d’aiuto nelle difficoltà e quindi possono individuare gli oggetti di stima più importanti per la crescita del figlio e aiutarlo a trovarli. Facendo attenzione alle sue propensioni e attitudini ma nello stesso tempo proponendogli esperienze nuove, anche da far insieme. Utilizzando una certa creatività se il giovane soffre di difficoltà a scuola. Aiutarlo adottando canali di apprendimento inusuali,  sollecitano la sua motivazione o le sue competenze, invece di applicare sempre schemi fissi.
  • Anche per i bambini però il punto più importante non sono le competenze specifiche, ma il valore di sé a prescindere. Se volete insegnare a vostro figlio ad apprezzarsi per le sue capacità e aumentare anche la sua autostima di fondo .“insegnategli a fare una torta ma facendola insieme con lui, perché così gli date valore, gli trasmettete amore , lo aiutate a maturare la propria dignità di essere umano”

 

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