Accogliere le emozioni e non giudicarti
ACCOGLI LE EMOZIONI E NON GIUDICARTI PIU’
Rimurginare su cosa non va bene dentro di noi non porta a nulla, se non a cronicizzare il problema.
- Arriva un‘emozione?
Accoglila, ma senza interferire: occorre fare spazio a rabbia, paura, invidia o tristezza senza giudicarle e senza chiedersi la causa , è la via fondamentale per stare con se stessi
Secondo Jung, l’uomo alla nascita non è una tabula rasa su cui agisce unicamente l’ambiente: le emozioni non sono condizionate solo da fattori esterni, hanno origini e funzioni interne. Cercare subito le cause della nostra tristezza o rabbia ecc è un’abitudine mentale sbagliata e dannosa, che porta le emozioni nel razionale, dove la loro vera funzione si perde.
Gli eventi esterni sono un interruttore, ma è interno il processo che crea le emozioni: attraverso ciò che ci capita l’anima estrae le energie trasformative di cui abbiamo bisogno. Occorre separare l’emozione dalla causa, accogliendola le permettiamo di operare la trasformazione silenziosa che ci porterà alla tappa successiva della propria maturazione.
Spesso emerge in terapia la difficoltà ad accogliere certe emozioni come la rabbia , la tristezza, invidia e gelosia.
Ce ne vergoniamo, le temiamo come se fossero un marchio indelebile che determina la nostra identità. Oppure pensiamo di poterle gestire e quando non ci riusciamo lottiamo per scacciarle e per” diventare migliori”. Le trattiamo da nemiche come se agissero contro di noi.
Dimentichiamo chi siamo noi a crearle. Giudicare, negare o lottare contro gli stati emotivi li rinforza perché alimenta un conflitto con noi stessi. Le emozioni infatti sono il linguaggio del mondo interno: giudicarle ci impedisce di ascoltarle.
Dobbiamo invece imparare a trattarle come un mare infinito, nelle sue profondità le correnti si mescolano, si perdono e si confondono tra loro.
Ciò che ci attrae ci può fare anche paura, la gioia può nascere al termine di una profonda tristezza. La rabbia può contenere la dolcezza, ammirazione e invidia sono intrecciate.
Quando ne provi una, l’opposta è sempre presente. Se spegni una, spegni anche l’altra. Le emozioni non sono tra loro separate, sono energie continuamente mutevoli che fluttuano una sull’altra, con una funzione nascosta: la nostra maturazione. Possiamo vederne gli effetti sono col tempo, si evitiamo di cercare spiegazioni razionali, se ci affidiamo a loro.
Sono risorse preziose.
I significati nascosti:
- RABBIA: un sonoro “no” ha una vita troppo ordinata, ai rigidi schemi mentali quali siano confinati. Se accolta, si traduce spesso in intuizioni e atteggiamenti nuovi, più naturali.
- GELOSIA : è un energia che rimette in discussione ciò che forse davamo per scontato. Ci costringe anche a guardare aspetti immaturi di noi e ci spinge a evolvere.
- TRISTEZZA: grazie a lei ci rintaniamo, come gli animali che fanno la muta: nascondendoci, ci rigeneriamo e ci curiamo. Eliminiamo gli aspetti di noi che non servono più.
- INQUIETUDINE: per Jung è la forza che ci spinge a progredire, a essere svegli e ricettivi. E’come il vento che spazza via le foglie secche e le nostre certezze. Annuncia il cambiamento.
- INVIDIA: l’emozione più negata di tutti, in realtà ci aiuta a guardare le nostre debolezze. Contattiamo la fragilità, che è un altro volto della cedevolezza necessaria alla maturazione.
- PAURA: con lei incontriamo il buio e il senso della perdita. Combatte l’ostinazione dei nostri ragionamenti, ricordandoci che, nonostante la voglia di controllare tutto, ciò che ci conduce è misterioso e più forte di noi.
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