Come affrontare i tormenti della vita amorosa
Lo psicologo ascolta quotidianamente i tormenti della vita amorosa: isolamento affettivo, inibizione, ricerca compulsiva di rapporti che non danno alcuna soddisfazione, delusioni che seguono immancabilmente le prime estasi dell’innamoramento, infedeltà, noia, gelosia, cadute del desiderio, separazioni, maltrattamenti, incapacità d’amare, difficoltà a trovare il partner giusto…
- Nessun amore nemmeno quello che vive nella promessa del “per sempre”, è al riparo del rischio della fine, perché ogni amore umano implica sempre l’esposizione assoluta all’Altro che non esclude mai la possibilità del suo ritiro e della sua scomparsa.
Cosa accade agli amori investiti dal trauma del tradimento e dell’abbandono? Cosa accade poi se chi tradisce chiede il perdono?
Dobbiamo ridicolizzare gli amanti nel loro sforzo di far durare l’amore?
Le analisi di Freud sviluppate nei suoi “Contributi alla psicologia della vita amorosa” si interessano di descrivere solo la versione nevrotica della vita amorosa. La sua tesi relativa alla scissione tra desiderio sessuale e amore che conduce l’uomo a sdoppiare l’oggetto del suo godimento erotico da quello dell’amore affettivo è stata spesso fraintesa come se vi fosse una impossibilità strutturale nell’accordare il piano del godimento sessuale del corpo con quello dell’amore come dono si sé all’Altro. Le tesi di Freud sull’amore ; ripetizione che rende la scelta dell’oggetto pilotata dal fantasma dell’inconscio, ripetizione dell’amore edipico infantile nella scelta del partner
La seconda tesi è la struttura narcisistica. L’amato appare sempre come una forma di alienazione immaginaria dell’io del soggetto. Amo nell’altro ciò che vorrei essere e non sono, amo in lui il mio ideale irraggiungibile
LACAN cerca di ANDARE OLTRE IL RIDUZIONISMO freudiano e l’ideologia del nuovo.
L’IDEOLOGIA DEL NUOVO che diventa un ulteriore schiavitù, la richiesta ideologica del “GODI” che deriva dal nuovo padrone “il capitalismo” che ci propone due illusione l’individualismo come libertà e il nuovo come felicità
Lacan non si accontenta di ridurre l’amore alla passione dell’Io per se stesso e vuole provare a emancipare l’amore dalla ripetizione edipica e dalla specularità immaginaria dell’io nell’altro e viceversa
Mostrare che non esiste possibilità di vita umana senza la presenza dell’Altro. Il bambino attraverso il grido richiama l’Altro, solo la risposta dell’altro rende possibile la traduzione significante del grido in appello,tradurre il grido in domanda d’amore e umanizzare la vita sottraendola dal buio.
L’Altro con il suo desidero risponde al desiderio di essere desiderato.
Lacan può affermare che l’amore è dare all’altro quello che non si ha, che significa donare all’altro la mancanza che la sua vita particolare ha aperto nel nostro essere. Dove c’è risposta, esposizione alla responsabilità della parola, la vita non è più per caso, ma è voluta, desiderata, attesa. Infatti la genitorialità non è mai naturale è sempre adottiva, il riconoscimento della vita attraverso la parola” Si tu sei mio figlio”
Per LACAN prevale l’ idea che l’uomo e la donna siano due universi sconosciuti nei quali non si parla la stessa lingua, non esiste concordia né armonia, uno vuole il dettaglio feticista l’altra godere delle parole.
Il rapporto sessuale non esiste di fronte all’abisso che separa gli universi paralleli dell’uomo e della donna.
L’amore può costituire la sola supplenza capace di mettere in relazione l’Uno all’Altro, cioè di mettere in relazione ciascuno dei due con ciò con cui è impossibile avere una relazione. L’amore non è una fuga dalla sessualità ma il modo di entrare in un rapporto erotico con l’altro senza pretendere di appropriarsi della sua alterità. Rende possibile l’esposizione assoluta di ciascuno al desiderio e al corpo dell’altro. La possibilità dell’amore è data per ciascuno dei due dall’impossibilità di superare la propria solitudine. Conoscere tutto della vita dell’altro non è semplicemente il desiderio di essere ricambiati nel nostro amore, ma la spinta a entrare nel mondo dell’altro,a rompere lo schermo narcisistico, per poter amare, ammirare, apprendere che esiste un Altro mondo, apprendere la potenza del Due al di là dell’Uno.
Lacan ci invita a pensare l’inconscio come all’avvenire, nell’ordine del non ancora realizzato, del non ancora accaduto.
Non solo come un programma già scritto che esige la sua ripetizione (Freud), ma come un’apertura, un salto in avanti verso ciò che non è ancora mai accaduto. Se l’evento dell’amore è un incontro contingente che nessun sapere può prevedere, neppur l’inconscio, una volta accaduto la tendenza degli amanti è quella di farlo esistere per sempre di tradurre la sua contingenza in necessità.
Per via dell’Amore io vengo salvato dalla mia faticità, non esisto più per caso privo di senso, non sono più di troppo, la mai esistenza diventata il senso della vita dell’Altro. La mia esistenza, che non è mai il fondamento di se stessa, una volta amata si trova ad esistere perché è voluta dall’altro nei suoi minimi particolari, per tutto. La domanda d’amore si qualifica quindi come una domanda di senso e diventa richiesta di ripeterlo per sempre.
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