Hai problemi di Autostima?
AUTOSTIMA…… COME POTENZIARLA…
Spesso le richieste rivolte a uno psicologo sono di insoddisfazione:
” Ho 26 anni e non mi sono ancora laureata…”
“Ho 41 anni e non ho ancora avuto un figlio “
“ Rispetto a lei non ho ancora un impiego di prestigio…”
Spesso i pazienti arrivano come Anna e si presentano in questo modo: “Sono debole, non riesco ad uscire dai miei problemi. Ho cercato con tutte le miei forze, ho riflettuto, ho effettuato tre anni di psicoterapia, ho indagato sulle possibili cause, ma niente. Ho sempre paura di prendere qualche malattia e di morire”Se passiamo il tempo a paragonarci agli altri stiamo dimenticando chi siamo.
Se non siamo nel nostro tempo, non possiamo realizziamo la nostra natura.
Autostima è percepire cosa c’è e non cosa ci dovrebbe essere. Imparare a festeggiare gli stati d’animo, come ospiti che vengono a trovarci.
Quando ci svegliamo al mattino proviamo a dirci” Sono qui con te tristezza, sono qui con te paura, sono qui con te insoddisfazione…per prendermi ciò che tu dal profondo ci porti..”
Non ci può essere autostima se pensiamo di dover cambiare vita e migliorare. Più interveniamo su di noi, più roviniamo il processo e complichiamo le cose. E’ proprio il contrario di quanto facciamo di solito: continuaiamo a intervenire sul mondo interno pensando di saperne più di lui. Invece, solo la consapevolezza di essere qui, ora, è la più grande terapia.
L’autostima è percepire cosa c’è adesso dentro di noi e fargli spazio, non è dirti cosa ci dovrebbe essere.
Spesso invece la confondiamo con l’imperturbabilità: un errore che ha l’effetto di renderci ancora più fragili e insicuri
Stiamo bene quando fioriamo, è un processo naturale, non dipende dai nostri sforzi. Anzi: ci accorgiamo di fiorire quando lo sguardo si assenta dall’Io, dal protagonista che crediamo di essere e lasciamo che le cose, in noi, accadano come devono accadere.
Autostima è percepire il mondo interno e l’esterno non con l’occhio di chi si aspetta qualcosa, ma con l’occhio di chi guarda quale pianta sta fiorendo, quale stagione sta arrivando.
Diventiamo i nostri problemi perché ci attacchiamo agli eventi che passano dentro di noi come se fossero eterne e quindi le fissiamo. Le trattiamo da nemici e non come qualcosa che arriva da noi e per noi.
A seconda di come guardiamo il mondo interno, cambiamo il nostro destino. Combatterlo ci fa star male, riempirlo di immagini ci fa rinascere. Se ci dicessimo a noi stessi “ voglio osservare la mia ansia ..la mia ipocondria: è nostra, arriva da noi stessi, perché dovrebbe farmi male? Svolgono di certo una funzione, anche se noi non la conosciamo”.
Occorre spostare il problema su un altro piano, perché non si risolvono razionalmente,
- Anziché concentrarci sul problema occorre richiamare un ” immagine”, spostando l’asse del mondo interno dal pensiero all’immagine come nell’ esercizio successivo “io sto camminando”.
- Non occorre risolvere i problemi razionalmente, ma trasformarli in immagini, perché sono il linguaggio dell’anima e contengono le vere soluzioni.
Un esercizio immaginativo.
“In un luogo tranquillo con gli occhi chiusi …Pensate a un problema che vi assilli, uno solo. Adesso immaginate di lasciarlo lì e iniziate a camminare, passo dopo passo…camminate cercando un ritmo ..Scorgete scenari che vi affascinano. Vi guardate attorno con meraviglia, come se foste in una fiaba. Tutta l’attenzione è sui piedi che si muovono leggeri. Se state attenti, adesso il problema non esiste più. L’avete lasciato indietro. Camminate da soli. Siete immersi nella passeggiata. Arrivate in un punto riparato, dove vi sarà facile trovare un rifugio. Vi nascondete in un casolare, in una grotta, sotto un albero. L’anima si nasconde. Non avete niente da dirvi. Arriva una grande tranquillità…”
- L’immagine della grotta è un simbolo molto arcaico ( Jung li chiamava archetipi) che parla direttamente al nostro cervello profondo. L’atto del nasconderci allude alle facoltà creative innate del cervello, quelle capaci di farcdi vedere i nostri problemi da punti di vista nuovi e così offrirci soluzioni inedite.
- Nascondendoci rinunciamo all’identità che crediamo di essere, la quale non ha soluzioni,
- Accettiamo di affidarci a un sapere più profondo che ci guida.
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