Un percorso di psicoterapia per evitare l’abuso dei farmaci.

UN PERCORSO  di PSICOTERAPIA  PER EVITARE L’ ABUSO DI FARMACI

I primi passi per non cadere nella trappola dell’ABUSO DEI FARMACI

 

Una persona che sta male deve certo curarsi in modo adeguato, ma spesso il consumo di farmaci atttuale è molto superiore a quello di cui realmente necessita, soprattutto per quanto riguarda sintomi non legati a particolari patologie organiche.

Una parte della stessa medicina scientifica propone farmaci come unica cura per qualsiasi disturbo, anche per quelli che potrebbero beneficiare di altri approcci:

  1. la psicoterapia, il rilassamento,
  2. il cambiamento dello stile di vita,
  3. alcune tecniche di medicina alternative.


  • Il dolore segnala spesso un’esigenza di cambiamento. Non va sempre eliminato altrimenti la psiche rimane a uno stadio infantile
  • Molti pensano che solo gli psicofarmaci: ansiolitici,come antidepressivi, ansiolitici e neurolettici producano dipendenza fisica e psicologica. Ma non è così. Quando il corpo si abitua a stare in equilibrio e vivere con l’aiuto costante di farmaci non necessari, la sua biochimica si abitua e si modella sulla presenza di queste sostanze. Ovviamente la sospensione non crea una crisi di astinenza come nel caso degli psicofarmaci, ma mette il corpo in condizione di forte stress.
  • I farmaci da cui si può dipendere sono anzitutto gli antidolorifici e antinfiammatori, ma anche gli antiacidi, i procinetici, i lassativi, le pastiglie per indurre l’erezione ecc

Questa intolleranza al dolore, associata al continuo ricorso di farmaci ha anche conseguenze psicologiche.

  1. L’ipersensibilità ai sintomi si traduce, per analogia, in ipersensibilità alle difficoltà in generale, facendo più fatica degli altri ad affrontare gli ostacoli della vita. Sembra che induca un atteggiamento passivo, di delega alla pozione magica che risolva le difficoltà, influendo negativamente sullo sviluppo della personalità.
  2. Riduce la capacità di accogliere il malessere e di “fare gestazione” per trasformarlo quando possibile in una risorsa, dall’altro ne riduce la forza, la determinazione, la capacità di resistere, una certa necessaria durezza per affrontare l’attrito quotidiano che la vita impone. In pratica la farmacodipendenza ostacola l’integrazione della personalità.
  3. Esiste e anche un danno sul piano della possibile lettura psicosomatica dei sintomi. Eliminare ogni disturbo con i farmaci impedisce alla persona di cogliere il possibile messaggio che vi è nascosto, che il nostro corpo di tanto in tanto naturalmente produce. Messaggio che potrebbe contenere un suggerimento importante e dunque entrare a far parte della terapia. Significherebbe perdere contatto con il corpo, e di conseguenza con la dimensione inconscia, un’evenienza che non possiamo davvero permetterci

Possibile fare molto cambiando alcune piccole abitudini

  1. Rispettare le indicazioni del medico
  2. Puntare di più su se stessi: spesso il dosaggio e la durata del trattamento possono essere ridotti anche in modo significativo, cambiando alcune abitudini di vita: alimentazione, attività fisica,modo di lavorare e di vivere le emozioni, gestione di conflitti interiori o relazioni. Evitando di puntare solo sui farmaci
  3. Osservare il sintomo: spesso contiene un’indicazione presiosa.Ci chiede di rallentare, di fermarci, di prendere cura di noi stessi. A volte ci spinge ad agire, a risolvere situazioni, a vivere diversamente.
  4. Perciò, a meno di precise indicazioni mediche, non sopprimiamo ogni sintomo sul nascere. Accoglierlo può far si che dopo averci mandato un messaggio se ne vada per sempre

 

 

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