Come affrontare i problemi della separazione

Quali sono le reazioni dei figli alla notizia della separazione?

Le reazioni sono diverse a seconda dell’età e della fase di sviluppo che stanno attraversando.

Inoltre, un peso fondamentale è rivestito dalla personalità del bambino e dal suo livello emotivo.

  • Possiamo immaginare che bambini  tendenzialmente tranquilli, cioè emotivamente stabili, in grado di adattarsi alle variazioni dell’ambiente circostante, tenderanno a rispondere, almeno inizialmente, in maniera più positiva alla notizia della separazione.

Un altro fattore molto importante sono le circostanze in cui avviene la separazione.

  1. I figli reagiscono meglio alla separazione dei genitori quando la decisione è condivisa da entrambi.
  2. La decisione non dovrebbe essere solo condivisa, ma anche sviluppata in modo funzionale e con una giusta elaborazione della scelta.

Le diverse circostanze avranno implicazioni emotive diverse ed effetti diversi sui membri della famiglia:

Differente è la separazione decisa gradualmente in seguito alla continua verifica della incompatibilità della coppia coniugale, rispetto a una  decisione presa repentinamente in seguito alla scoperta di un tradimento.

Allo stesso modo è fondamentale il clima emotivo e relazionale in cui si decide e si realizza la separazione:

  • Molto dipende,infatti, dal livello di accordo o di conflitto tra i genitori.
  • Un clima emotivo relativamente sereno e la capacità dei genitori di gestire la separazione senza coinvolgervi i figli in modi disfunzionali e ricattatori. Contribuiscono a rendere questo momento meno problematico per la prole.
  • Infine ha il suo peso, ovviamente, il modo ed il momento in cui viene data ai figli la notizia della separazione.
  • L’impatto di questa notizia sarà ridotto se la comunicazione viene fatta in un ambiente rilassato e familiare. Con la possibilità di avere a disposizione tutto il tempo necessario per rispondere alle domande che i figli potrebbero voler porre.

AFFIDO CONDIVISO o ESCLUSIVO

LA SCELTA TRA AFFIDO CONDIVISO O ESCLUSIVO

  • Nell’affidamento esclusivo è il genitore affidatario ad esercitare in via primaria la responsabilità genitoriale. Tuttavia, egli deve favorire il rapporto tra il figlio e l’altro genitore, affinché quest’ultimo eserciti il diritto di visita (nei tempi e secondo le modalità stabilite dal giudice) e partecipi alle decisioni più importanti nell’interesse dei figli.
  • La decisione di un affido esclusivo se non trova circostanze concrete, dettagliate e specifiche tali da poter stabilire che l’interesse e il sano equilibrio e sviluppo psico-fisico del figlio  sia  pregiudicato dal comportamento di un genitore, difficilmente potrà trovare applicazione. Pur non comportando la perdita della responsabilità genitoriale, impone delle limitazioni.
  • La richiesta di un affidamento esclusivo  sarà evidentemente inammissibile in carenza dei presupposti di legge, perché è in contrasto con il principio della bigenitorialità.
  • Una conflittualità fra genitori, non è sufficiente ad elidere il diritto alla bigenitorialità, (cfr. Cass. Civ. n.27/2017). Infatti la conflittualità tra i coniugi, se deriva dalla particolarità caratteriali di entrambi, non risulta, un pregiudizio tale da alterare e porre in serio pericolo il sano equilibrio e sviluppo psico-fisico del figlio.
  • Inoltre un regime escludente rischia di essere interpretato come una ghiotta occasione di vendetta da utilizzare nei confronti dell’altro genitore. Con il rischio che il figlio rappresenti un oggetto di ritorsioni fra i coniugi, piuttosto che il fulcro centrale di cui tener conto per modellare accordi e richiedere provvedimenti.

 

  • L’affidamento condiviso garantisce il diritto del minore di ricevere  cure ed educazione da entrambi  i genitori. E’ fondamentale che le decisioni di maggiore interesse per la vita dei figlio, possano essere assunte di comune accordo da entrambi i coniugi. Quindi i genitori dovranno confrontarsi tra di loro e decidere insieme (ad es la scuola scegliere, le cure mediche non urgenti; l’attività sportiva ecc.). Per ciò che concerne il quotidiano, invece, entrambi i genitore potranno scegliere in assoluta autonomia nel rispetto dell’interesse del minore.

Cosa significa valutare le capacità genitoriali?

Cosa significa valutare le capacità genitoriali?

In funzione del quesito posto dal giudice per l’affidamento dei minore è fondamentale, l’approfondimento delle competenze genitoriali.

  • Intesa come la capacità di leggere i bisogni dei figli. Di distinguerli dai propri e di adattare il parenting e la funzione genitoriale a tali richieste;
  • di favorire azioni e movimenti di contenimento e di supporto;
  • di assolvere funzioni di cura e di accudimento; di definirsi come modelli solidi e rassicuranti per la crescita emotiva e socio-relazionale dei figli;
  • di garantire accessibilità all’altro genitore.
  • Di vivere i  figli come portatore di bisogni soggettivi e non come contenitore dei propri o come prolungamento del Sé. Con specifica attenzione verso la capacità e competenza nel preservarla dalle proprie ansie, dalle strumentalizzazioni e da effetti e condizioni ambientali di possibile incidenza patologica.
  • Di porre in essere atteggiamenti di cura idonei e tutelanti. Di farsi carico delle esigenze primarie e delle istanze di protezione, continuità affettiva e di soddisfacimento dei bisogni primari e secondari dei figli;
  • Di sviluppare adeguate funzioni normativo-regolative. Di identificarsi in modo empatico con i vissuti dei figli, con le esigenze di ascolto, riconoscimento,  rassicurazione, protezione, continuità affettiva; di offrire garanzie stabili e stabilizzanti per il suo processo di evoluzione.

Per l’approfondimento delle competenze genitoriali può essere utilizzato il Parents Preference Test, (Baiocco et al., 2008)

un test grafico a scelta multipla che utilizza immagini per rappresentare scene di vita familiare e per valutare lo stile di parenting.

Lo scopo del PPT è misurare aspetti generali e universali delle interazioni tra i genitori e i bambini e motivare una riflessione sui diversi aspetti che caratterizzano il proprio stile di parenting. Come la focalizzazione dell’attenzione, la modalità esperienziale, la regolazione del comportamento e il livello di energia.

Un genitore competente è in grado di potersi muovere in modo flessibile su entrambi i poli di ognuna di queste variabili a seconda del contesto , degli stati d’animo e dei bisogni propri del figlio.

Elementi integrativi e fondamentali riguardanti le dinamiche relazionali nel confronto con le figure genitoriali, vengono acquisiti anche tramite osservazioni delle modalità interattive con i figli

La svalutazione della figura genitoriale

La svalutazione della figura genitoriale

Come aiutare i propri figli.

Le osservazioni ed i colloqui clinici, in una perizia psicologica, permetto di  evidenziare  la presenza di  elementi di alienazione parentale.

  • Identificato ed descritto da Gardner, quando uno dei partner è considerato responsabile del fallimento  e/o della crisi di coppia e nei suoi confronti vengono messe in atto, in modo conscio ed inconscio, tutta una serie di manovre per impedirgli lo svolgimento del ruolo genitoriale.
  • La sua principale manifestazione è una campagna di denigrazione assunta e compiuta dal figlio nei confronti di  un genitore, che non ha giustificazione e né appoggio su fatti concreti.
  • Essa deriva dalla svalutazione da parte di uno dei genitore, che fornisce gli elementi di  squalifica al figlio per una sistematica denigrazione del genitore .
  • Si chiarisce quindi che  non può essere sinonimo solo di “lavaggio del cervello”, ma di collaborazione,  in quanto l’elemento chiave appare il personale contributo del figlio nella colpevolizzazione del genitore.

Caratterizzata da un gruppo di sintomi che di solito sono manifestati  dai  figli.

Questi includono:

1-  Una campagna di denigrazione, assunta dal bambino .

Per es: Le espressioni e le decisioni di allontanamento  descrivono come il bambino faccia propria e sostenga la critica verso un genitore.

2-  Razionalizzazioni deboli, assurde o futili per spiegare la denigrazione. Motivazioni illogiche, insensate e superficiali

Per es:  negare  elementi di rapporto positivo tra sé e il genitore, anche riferiti al passato e all’esperienze recenti .

3-  Mancanza di ambivalenza, ovvero il genitore assente è descritto come “tutto negativo”, quello presente come “tutto positivo”.

Questa polarizzazione degli affetti e dei comportamenti non può essere considerata una valida proposta educativa, infatti può trasformarsi in un giudizio  estremamente categorico verso la realtà e verso e relazioni. Diventa sempre più difficile poter introdurre elementi di autocritica ed, ancora di più, esprimere giudizi sereni rispetto ad aspetti criticabili della madre, o positivi verso il padre e viceversa.

4-Estensione dell’ostilità alla famiglia allargata ed agli amici del genitore alienato.

 5- Scenari presi a prestito, ovvero affermazioni confezionate che non possono venire direttamente dal figlio, ma risultano mutuati, con termini e circostanze, da altri e non frutto delle esperienze dirette.

Per Es: il bambino fa fatica a  parlare di sé , ma è molto preciso sui problemi pendenti tra madre e padre

6- Fenomeno del pensatore indipendente, ovvero la pretesa di aver elaborato da solo i termini della denigrazione, senza il contributo del genitore alienante.

7- Assenza del senso di colpa

Per Es: Dimostrare  e cercare di apparire efficacemente convinto delle proprie ragioni.

La presenza di questi elementi  e quindi di un fenomeno “dispercettivo “in termini di realtà, richiede presa di coscienza e consapevolezza, innanzitutto da entrambi le parti. Necessita inoltre di attenta guida da parte degli operatori che intervengono sul caso, coniugata in particolare all’ affiancamento ed ascolto da parte di uno psicoterapeuta infantile esperto.

Pertanto solo una rete integrata di interventi a più livelli appare poter consentire lo sblocco di una situazione che appare gravemente dannosa per lo sviluppo psico-affettivo di un bambino.

 

 

Come affrontare una consulenza tecnica nelle separazioni

Consulenze tecniche nelle separazioni

L’IMPORTANZA DEL COLLOQUIO

Per quanto concerne la parte individuale con ciascun genitore viene utilizzato come strumento di indagine l’ascolto diretto delle persone coinvolte.

  • Il colloquio è lo strumento principe di qualsiasi consultazione e indagine (A.Semi, Tecnica del colloquio, 1993) .
  • Il colloquio dunque può essere definito “un particolare tipo di strumento caratterizzato da uno scambio verbale in una situazione dinamica di interazioni che permetta lo svilupparsi di un processo di conoscenza”.
  • Per facilitare la comunicazione e il processo di conoscenza il conduttore oltre a usare tecniche non direttive, deve esimersi da qualsiasi forma di giudizio al fine di non dare nulla per scontato
  •  Lo strumento del colloquio  permette l’ascolto diretto degli attori coinvolti e il conseguente processo di conoscenza degli elementi, che sono stati raccolti nelle diverse attività esplicate, riportati al fine di poter rispondere al quesito demandato dal giudice e in particolare alla conoscenza dei minori, alla cornice di dinamiche familiari nelle quali sono coinvolti e la rappresentazione mentale e reale che ogni genitore ha dei propri figli.
  • Attraverso il colloquio si cerca di arrivare alla raccolta di elementi che possano fornire aspetti valutativi delle dinamiche relazionali; il paradigma sistemico relazionale sostiene infatti, in base a molte ricerche effettuate in tal senso, l’importanza di comprendere ciò che avviene nelle famiglie separate, ovvero la co-costruzione di dinamiche triangolari.
  • Nei colloqui individuali con gli adulti si possono osservate la capacità o meno di dialogare, l’entità e la modalità attraverso la quale si esprime il conflitto, capacità di negoziali e soprattutto la volontà di ascoltare le ragioni dell’altro. Si ha la possibilità di osservare la reciproca disponibilità all’ascolto e la reciproca valutazione della idoneità genitoriale. Identificando  le modalità educative criticate o apprezzate dell’altro. La disponibilità all’ascolto ci informa anche sulle capacità dei genitori di ascoltare i figli.
  • I colloqui individuali nelle situazioni più conflittuali può essere utilizzato per “evacuare” i contenuti più aspri, le reciproche denigrazioni e accuse prima di cercare di stimolare le parti in causa a riflettere sui problemi irrisolti con le figure genitoriali, che sono stati “trasferiti” sul rapporto coniugale.

L’Utilizzo come “linee guida” di indagine il nuovo strumento di valutazione della competenze genitoriali messo a punto di Camerini, De Leo et al. (2008) non solo  per una pura valutazione della capacità genitoriali,  ma anche per esplorare la relazione genitori figli, all’interno di una cornice teorica ben definita. Tale teoria esplora le capacità relative a tre diverse aree di funzionamento:

a) supporto sociale e capacità organizzativa: capacità di promuovere, accompagnare e sostenere i processi di sviluppo e di socializzazione e di adattamento all’ambiente esterno (coping);

b) protezione: capacità di proteggere e di tutelare il bambino nell’ambiente familiare, scolastico e sociale;

c) calore ed empatia (care): capacità di riconoscere i bisogni emotivi/affettivi del figlio e di fornire i supporti necessari